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Radici storico-culturali del counseling moderno

10-03-2023 14:31

Nicola Sensale

ASCOLTO ATTIVO E COUNSELING,

Radici storico-culturali del counseling moderno

Le voci di studiosi che hanno permesso alla professione del Consuelor di diventare un profilo fondamentale per la crescita personale.

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Il Counseling si afferma tuttavia in modo sistematico proprio grazie agli studi di Carl Rogers (sopra in foto) (1902-1987), uno psicologo americano, il cui nuovo e originale approccio alla salute umana si inserisce all’interno della cornice di riferimento del movimento della Psicologia Umanistica. 

 

Tra i principali esponenti di questa corrente troviamo Abraham Maslow (1908-1970), psicologo statunitense, teorico della piramide dei bisogni, che si è concentrato sullo studio della personalità sana, Rollo May (1909-1994), fondatore dell’approccio di counseling non direttivo, attento all'essere e al divenire della persona, Viktor Frankl (1905-1997), psichiatra e filosfo austriaco, uno fra i fondatori dell'analisi esistenziale e della logoterapia, metodo che tende a evidenziare il nucleo profondamente umano e spirituale dell’individuo e che sottolinea l'importanza della terapia come orientamento alla ricerca del senso della propria vita, Carl Rogers (1902-1987), psicologo americano, fondatore della terapia centrata sul cliente, che ha invitato a guardare a una visione positiva dell'essere umano, basata su libertà e responsabilità, Roberto Assagioli (1888-1974) , mente libera della psicologia italiana e fondatore dell’approccio definito psicosintesi, che tanta attenzione ha dato anche alla componente spirituale dell'individuo, Fritz Perls (1893-1970) medico tedesco naturalizzato negli Stati Uniti, fondatore della terapia della Gestalt, con la sua fiducia nella capacità di autoregolazione degli esseri umaniThomas Gordon (1918-2002), psicologo americano, allievo e collaboratore di Rogers, teorico della comunicazione efficace.

 

 Non va inoltre dimenticata l‘opera del filosofo Martin Buber (sotto in foto) (1878-1965), che fu grandemente influente sul movimento della psicologia umanistica. 

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Le teorie umanistiche sostengono che gli esseri umani sono mossi dall’esigenza di espandere le proprie frontiere e realizzare il proprio potenziale umano. 

 

Il gruppo della psicologia umanistica aveva un suo manifesto programmatico che cercava di andare oltre le tendenze, definite deterministiche e autoritarie, della psicoterapia degli anni ’60. In tale manifesto si poneva l’accento:

 

  • sulle tendenze tipicamente umane alla scelta, la creatività e l’autorealizzazione in opposizione alla tendenza a gratificare i propri impulsi di piacere (per la psicoanalisi unica spiegazione della motivazione ad agire);

 

  • sulla valorizzazione della dignità della persona e sullo sviluppo del potenziale in essa ancora latente.

 

Era opinione degli psicologi del movimento umanistico che il porsi, nella relazione terapeutica, con empatia e trasparenza e con spirito di valorizzazione del cliente potesse assicurare condizioni ottimali di cambiamento e di crescita nella direzione dal cliente stesso desiderata.

 

Questi psicologi pensavano che la relazione di cura fosse ancora troppo asimmetrica e direttiva e che il potere del curante, prevalente sul paziente, ostacolasse l’orientamento di quest’ultimo a interessarsi attivamente della terapia e a prendere pienamente la responsabilità di se stesso e dei suoi problemi. 

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Nasce attraverso questa riflessione la “terapia centrata sul cliente” di Rogers, detto anche Approccio Centrato sulla Persona, un modello di terapia in cui non c’è più il paziente che in maniera del tutto passiva si affida a un esperto, bensì due persone che intraprendono insieme un percorso di crescita

 

Una di esse, il cliente, sarà responsabile del proprio cambiamento. 

 

Compito del terapeuta é dunque per Rogers quello di creare condizioni facilitanti l’autonomo processo di analisi e risoluzione del problema, partendo dal presupposto della Psicologia Umanistica che le persone sono intrinsecamente positive e sagge e che sono spinte a migliorarsi secondo la loro naturale “tendenza attualizzante”

 

Un vero rovesciamento del paradigma medico-scientifico fino a quel tempo dominante! 

Dalla psicoterapia al Counseling

Il passaggio dalla psicoterapia al counseling é il risultato di una serie di riflessioni che Carl Rogers e Rollo May (sotto in foto)  (1909-1994), uno psicologo suo collaboratore e aderente al movimento della Psicologia Umanistica, avevano sviluppato in quel periodo: 

 

non occorreva per forza essere psicoterapeuti per occuparsi di persone

e non occorreva essere “ammalati” per desiderare di intraprendere una terapia.

 

 

Rollo May nell’introduzione a L’Arte del Counseling, scrive: 

 

un bisogno urgente rimane quello di chi non vuole diventare psicoterapeuta, e tuttavia ha l’esigenza di saperne di più sui percorsi interni della personalità. Questo bisogno è avvertito anche da chi non opera nell’ambito dell’educazione: medici che si trovano a dire una parola ai parenti di un defunto o a parlare con pazienti di argomenti intimi, (...) per non parlare degli ambiti ovvii della religione o delle attività sociali. Anche chi opera nel modo del lavoro desidera farsi una conoscenza su come trattare in maniera adeguata le persone” (May, 1991, L’arte del Counseling). 

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Sempre Rollo May spiegava che il Counseling era nato negli Stati Uniti nel corso degli anni ’30 proprio per assicurare, “riconoscimento professionale a tutti coloro che, pur non avendo, né desiderando, il titolo accademico di psicologo o psicoterapeuta, svolgono o intendono svolgere un’attività che esige una buona conoscenza della personalità umana”.

Rogers aveva aggiunto che esistevano clienti che non desideravano l’incontro psicologico con uno psicoterapeuta, quanto invece un luogo di incontro con un professionista esperto di fatti umani, a scopo di crescita personale. 

Per Rogers come per tutti gli esponenti della Psicologia Umanistica non è dunque necessario essere malati per desiderare di rivolgersi alla psicologia: incontri di questo tipo sono definibili terapie per normali e pare più opportuno parlare pertanto di obiettivi di crescita personale piuttosto che di finalità psicoterapeutiche. 

 

Negli incontri individuali e di gruppo, il conduttore, detto agevolatore, ha il compito di creare e mantenere un contesto relazionale positivo, di reciproca accettazione, dove ognuno possa sentirsi libero di esprimere se stesso, le proprie emozioni, le personali modalità relazionali.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione delle idee: sta nascendo sia un nuovo approccio alla psicoterapia clinica, che si basa su tecniche e modi di essere non direttivi e “centrati sulla persona del cliente”, metodi e competenze relazionali che possono essere utilizzati anche da altri professionisti di area socio-sanitaria o educativa, ma sta nascendo anche un nuovo soggetto professionale il counselor (agevolatore, orientatore, facilitatore) che opera in ambiti non clinici e si occupa di sole potenzialità di sviluppo. 

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La rivoluzione delle idee

Queste nuove idee sono state colte come l’essenza costitutiva del moderno counseling: con l’affermazione di May “anche chi opera nel modo del lavoro desidera farsi una conoscenza su come trattare in maniera adeguata le persone”, viene sdoganato il “sapere psicologico” dagli ambiti che gli erano stati propri fino a quel momento e che lo custodivano gelosamente, per aprirlo al mondo delle professioni diverse da medicina, psichiatria e psicologia, ma che ugualmente si occupano di persone all’interno di relazioni di cura, di sostegno, nei processi educativi e formativi, nelle professioni liberali; con l’affermazione di Rogers per la quale sovente l’istanza terapeutica delle persone é espressa solamente in senso lato poiché esse desiderano per lo più sviluppare delle potenzialità evolutive, si stabilisce un confine molto netto tra quanti esprimono la richiesta di porre rimedio a una condizione psicopatologica e quanti invece esprimono l’aspirazione alla crescita e allo sviluppo personale, anche partendo da un momentaneo disagio. 

 

Due differenti ambiti di intervento, due distinte tipologie di utente, che ampliano gli orizzonti del campo della relazione d’aiuto. 

 

 

Il counseling si afferma dunque come una nuova forma di relazione di aiuto che si indirizza prevalentemente a persone sane, ovvero comuni individui che si sentono chiamati a intraprendere un percorso di crescita che li porti a fronteggiare in modo più efficace la loro quotidianità, piuttosto che curare un sintomo. 

 

Con il contributo di Rogers e May, si arriva pertanto storicamente alla creazione del nuovo soggetto professionale

 

Inizialmente, seguendo la metodologia rogersiana centrata sul cliente, saranno sempre psicologi e psicoterapeuti a occuparsi di fare counseling, ma poi con il tempo, le competenze di counseling (particolari capacità relazionali, abilità e competenza nella gestione delle emozioni nei luoghi di cura, attitudine a valorizzare l’utente) verranno acquisite in primo luogo dagli infermieri, poi dagli educatori, per diffondersi progressivamente in altri ambiti. 

 

 

1.Secondo Maslow, bisogni e motivazioni sono sinonimi e sono strutturati secondo gradi disposti gerarchicamente, secondo un criterio di prepotenza relativa: certi bisogni, di grado inferiore, debbono necessariamente essere soddisfatti prima di altri, di grado superiore. Sebbene ogni individuo sia unico e irripetibile, invece, i bisogni sono comuni a tutti, si condividono, si accomunano e fanno vivere meglio se vengono soddisfatti. Maslow suddivide i bisogni in "fondamentali" e "superiori" ritenendo quest'ultimi quelli psicologici e spirituali. Così nell’ordine abbiamo: Bisogni fisiologici-Bisogni di sicurezza - Bisogni di appartenenza e di amore - Bisogni di Autostima - Bisogni di auto-realizzazione. 

 

2.Secondo Buber, filosofo per eccellenza della relazione e del dialogo, che influenzò il pensiero di Carl Rogers e di J.L. Moreno, l’uomo può ritrovare se stesso solamente attraverso la relazione con l’altro uomo e così supererà la solitudine e l’isolamento: “L’uomo diventa io a contatto con il tu” (Buber 1962). Il pensiero di Buber viene definito anche “l’ontologia del tra”, secondo cui le persone ritrovano la loro realtà nel dialogo attraverso (tra) l’incontro.

 

3.La psicologia umanistica ha coniato il termine tendenza attualizzante (in precedenza impiegato da Karl Goldstein nella sua teoria dell’autoregolazione orgasmica), per indicare la direzione delle risorse dell'organismo inteso nella sua totalità psicofisica. Tale tendenza sembra potersi descrivere come una direzione, una forza, un insieme di risorse date all'origine a ciascun organismo, per consentirgli di diventare al meglio ciò che per natura è previsto che sia. Ogni organismo, infatti, tende spontaneamente a conservarsi e a espandersi, per completarsi, servendosi di tutte le proprie capacità e potenzialità. Ciò si può osservare in natura e per ogni organismo evidente: ogni sistema di vita, infatti, tende verso una complessità di ordine superiore. Nell'organismo umano, la tendenza attualizzante si manifesta sia nell'accrescimento corporeo come nella tendenza a guarire e così pure nella capacità di adattamento - pensiamo alle varie ere geologiche e alle grandi differenze climatiche -. Oltre a questi aspetti vi è tutto quanto concerne la vita psichica, intendendo con questo la vita intellettiva, affettiva e spirituale.

 

4. Si veda in “La psicodinamica dei gruppi”, Di Maria, Lo Verso, R. Cortina Editore, pagg. 52-52. Le affermazioni più importanti per l’insorgere del moderno concetto di counseling sono comunque contenute nel testo Counseling and Psychotherapy del 1942 di C. Rogers. 

 

 

 

Bibliografia

C. Rogers, Terapia centrata sul cliente, La Nuova Italia, Firenze 1997, traduzione da Client-centered Therapy, 1951

 

C. Rogers, Potere personale. La forza interiore e il suo effetto rivoluzionario, Astrolabio, Milano 1978,  traduzione di Luciana e Gianni Baldaccini da Carl Rogers on Personal Power, 1977

 

A. Maslow, Motivazione e personalità, ed. originale del 1954, Armando Editore

 

Danon M., Counseling, La terapia per aiutare gli altri ad affrontare i propri problemi con un nuovo spirito, ed. Red, 2000;

 

Del Corno F., Lang M.  La relazione con il paziente,  F. Angeli, 1996; 

 

A. Civita, Psicopatologia, Carocci, 2000

 

Mucchielli R., Apprendere il counseling, Ericson, 1993;

 

Verzolatto N., Empolini M., Counseling: aspetti generali, ADI magazine, Vol. X, N. 4, 2006, pp. 460-462;

 

R. May, L’arte del Counseling, Astrolabio editore

 

Mearns e Thorne, Counseling centrato sulla persona, Erikson Editore

 

G. Biggio, Counseling, Counseiling, modelli e applicazioni, Gangemi Editore, 2012

 

Giuditta Saba : Carl Rogers e Martin Buber: La realtà di un incontro. ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2002 

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Via Borgosesia, 63
10145 Torino
+39  388 94 47 902 centrostudires@gmail.com

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Nicola Sensale Psicologo e Psicoterapeuta in Torino

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